La pallavolo vi appassiona e vorreste saperne di più sul mondo dell’arbitraggio di questo amatissimo sport? E magari scoprire come diventare arbitro di pallavolo? In questo articolo vi illustreremo quali sono gli step da seguire per diventare arbitri e quali sono i principali requisiti per intraprendere questa stimolante carriera nel mondo dello sport, anche a livello internazionale! Inizieremo anche a darvi qualche dritta, per esempio spiegandovi quali sono i gesti dell’arbitro di pallavolo. Cosa aspettate? Continuate a leggere per approfondire.
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Come diventare arbitro di pallavolo: i requisiti fondamentali
Quando si pensa di intraprendere questo percorso professionale – che può diventare a tutti gli effetti un lavoro vero e proprio e un’ottima opportunità di carriera – per prima cosa occorre dare un’occhiata alla carta d’identità. Il primo requisito fondamentale, infatti, è legato all’età anagrafica. Per diventare arbitro di pallavolo è necessario avere un’età compresa tra i 16 e i 54 anni.
Altro requisito è quello di essere cittadini italiani o, se extracomunitari, in possesso di un regolare e valido permesso di soggiorno nel territorio.
Una volta aver constatato di essere “maggiorenni” per il mondo dell’arbitraggio della pallavolo, ecco che bisogna fare i conti con il percorso di formazione. Anche per diventare arbitro, infatti, bisogna studiare: fondamentale, dunque, è l’iscrizione ad un corso formativo cui fa capo la Federazione Italiana Pallavolo.
In genere il corso per diventare arbitro di pallavolo ha una durata di circa tre mesi e si svolge con cadenza annuale: le lezioni sono in parte teoriche, quindi svolte all’interno di un’aula studio, e in parte pratiche con l’esercizio sul campo di pallavolo vero e proprio.
Una volta terminato il corso, gli allievi aspiranti arbitri devono sottoporsi a un esame finale e solo dopo potranno – anzi, dovranno – iscriversi come arbitri al Comitato Provinciale FIPAV, il cui tesseramento è rilasciato gratuitamente per il primo anno, mentre diventa necessario pagare un contributo dal secondo anno in poi.
Per chi intraprende questo percorso in età liceale, c’è da aggiungere che la frequenza e l’esercizio dell’attività costituiscono per gli studenti motivo di incremento dei crediti scolastici, importanti al momento dell’esame di maturità.
Com’è formato il collegio arbitrale in un match di pallavolo
Come diventare arbitro di pallavolo? Ma, di che tipo? In una partita di volley, infatti, il collegio arbitrale è abbastanza ampio. Contiamo un primo arbitro, un secondo arbitro, un terzo arbitro (presente solitamente come riserva), un segnapunti, un addetto al Video Check e infine quattro giudici di linea.
Questo così diversificato e ricco collegio, però, non è sempre presente al completo durante le partite di pallavolo. Dalla serie B1 in poi, infatti, sono assenti i giudici di linea mentre per quanto riguarda le squadre dalla serie C in giù un solo ufficiale è sufficiente ad arbitrare il match.
In genere, il segnapunti è un tesserato che ha una specifica formazione, ma per le partite di serie A con segnapunti elettronico il ruolo è sempre svolto da un arbitro abilitato.
Ecco, in breve, i principali ruoli del collegio arbitrale:
- Primo arbitro: ha un’autorità assoluta ed è colui che dirige l’intero match, molte segnalazioni dei falli, inoltre, sono di sua esclusiva competenza.
- Secondo arbitro: esercita la sua funzione nei pressi della rete, spostandosi da una parte all’altra del palo durante il match. Il secondo arbitro ha il compito di controllare anche le riserve in panchina e può sanzionare alcuni falli (come l’invasione sotto o sopra rete e l’attacco falloso di libero e difensori).
- Giudici di linea: si occupano principalmente della palla e ne controllano l’impatto con le linee del campo. Devono anche prestare attenzione al corretto tocco della palla da parte di ogni giocatore.
- Video Check: si tratta di un sistema video che può essere richiesto prima che trascorrano i 7 secondi dall’esecuzione di una determinata azione. Viene usato nei campionati italiani maschili di serie A1 e A2 e in quelli femminili di serie A1.
Quali sono i gesti dell’arbitro di pallavolo maggiormente utilizzati?
Se volete sapere come si diventa arbitri di pallavolo, dovete necessariamente prima conoscere tutti i gesti arbitrali che vi serviranno. Quali sono, allora, i gesti dell’arbitro di pallavolo?
Un arbitro ha a sua disposizione una vasta gamma di gesti che gli consentono di arbitrare il match. Proprio per questo la sua formazione è importante: occorre che sia preparato al punto da saperli padroneggiare tutti. Vediamo insieme quali sono i gesti arbitrali più ricorrenti.
I gesti dell’arbitro di pallavolo
Autorizzazione del servizio, punto, palla dentro, palla fuori
- Autorizzazione del servizio: si tratta del gesto che i giocatori devono aspettare prima di procedere con il servizio. L’arbitro stende il braccio verso il lato del team a cui spetta il compito di battere, fischia e, allo stesso tempo, muove la mano per indicare in che direzione dovrà essere rivolto il servizio.
- Punto: quando una delle due squadre ottiene un punto, l’arbitro deve segnalarlo fischiando e indicando col braccio esteso il campo della squadra che ha fatto punto (e, quindi, che andrà a servizio). Seguono poi i gesti per specificare qual è la ragione per cui l’arbitro ritiene di assegnare un punto a una squadra invece che all’altra.
- Palla dentro: il braccio e le dita vengono puntati verso il pavimento, per indicare il punto in cui la palla è andata a cadere.
- Palla fuori: per indicare che la palla è finita fuori campo, l’arbitro alza gli avambracci verticalmente, tenendo le mani aperte e coi palmi rivolti verso se stesso.
Ritardo nel servizio, doppio tocco, palla trattenuta, quattro tocchi
- Ritardo nel servizio: da quanto l’arbitro fischia per autorizzare una delle due squadre al servizio, il giocatore in battuta ha 8 secondi per effettuare la battuta. Nel caso di un ritardo nel servizio il punto va all’altra squadra e l’arbitro lo segnala alzando le cinque dita di una mano, dopo averle divaricate.
- Doppio tocco: per segnalare questo fallo, l’arbitro alza due dita, divaricate, verso l’alto.
- Palla trattenuta: in questo caso, l’arbitro alza l’avambraccio, con il palmo della mano rivolto verso l’alto.
- Quattro tocchi: il gesto dell’arbitro di pallavolo per segnalare i quattro tocchi è simile a quello per il doppio tocco, ma vengono alzate quattro dita al posto di due.
Invasione a rete, invasione di linea, fallo di posizione o di rotazione, azione da rigiocare
- Invasione a rete: tra i gesti dell’arbitro di pallavolo, quello per segnalare l’invasione a rete prevede il tocco del nastro della rete dalla parte di campo in cui si è verificata l’invasione.
- Invasione di linea: in questo caso, l’arbitro indica la linea interessata.
- Fallo di posizione o di rotazione: l’arbitro indica il fallo con un indice della mano, effettuando un movimento circolare.
- Azione da rigiocare: se, per qualsiasi motivo, l’arbitro ritiene bisogni rigiocare l’azione, può segnalarlo alzando entrambi i pollici verso l’alto.
Sostituzione, time-out, cambio di campo, fine del set o della gara
- Sostituzione: le braccia ruotano l’una attorno all’altra per indicare che è necessario un cambio giocatore.
- Time-out: la momentanea interruzione del gioco si segnala creando una T con le mani, ponendone una mano in verticale e il palmo dell’altra sopra.
- Cambio di campo: per segnalare che è necessario cambiare campo, l’arbitro piega una delle braccia davanti al petto e l’altra dietro la schiena, facendole ruotare.
- Fine del set o della gara: il set (e la partita) finiscono quando l’arbitro incrocia gli avambracci davanti al petto, tenendo le mani aperte.
I gesti dell’arbitro di pallavolo, ovviamente, non finiscono qui: ce ne sono molti altri… Volete conoscerli tutti per diventare un arbitro? Non resta che iniziare questo avvincente percorso che, se seguito con costanza e impegno, può portare a livelli internazionali.