La tecnica del muro nella pallavolo è una delle più importanti nell’ambito di questo sport, perché si tratta non solo della principale azione difensiva – i giocatori si posizionano a rete per fermare l’attacco della squadra avversaria – ma anche di una strategia offensiva, nella misura in cui l’obiettivo è quello di fermare completamente l’attacco degli avversari facendo rimanere la palla nella loro metà campo.
Scopo del muro è dunque quello di anticipare la direzione di attacco dell’avversario nel momento in cui si subisce un attacco; per farlo, i giocatori a rete saltano e allungano le braccia, in modo da impedire il passaggio della palla.
La tecnica del muro nella pallavolo
Ma in cosa consiste esattamente la tecnica del muro nella pallavolo? Per prima cosa, bisogna sapere che il muro si esegue in salto: l’ideale sarebbe saltare leggermente in ritardo rispetto all’avversario, così da intercettare puntualmente la traiettoria della palla quando ancora si è invadenti sopra la rete e non in fase di discesa. Saltando, si allungano le braccia in alto, inclinando i palmi delle mani di circa 45-60 gradi in direzione del campo avversario.
Come accennato, il muro può essere sia difensivo che offensivo. Nel primo caso viene chiamato soft block o di contenimento, e ha come obiettivo deviare la palla verso l’alto, facendola rallentare in modo che sia più semplice da gestire per la difesa; in questa azione, i palmi delle mani vanno tenuti verso l’alto, con le dita rivolte all’indietro. Si parla invece di roof block per designare una spettacolare azione offensiva effettuata al fine di reindirizzare la potenza e la velocità dell’attacco direttamente nel campo avversario. A seconda del numero dei giocatori, inoltre, il muro può essere a uno, a due o a tre.
Allenamento muro pallavolo: gli esercizi più efficaci
Dal momento che si tratta di un’azione molto importante, per eseguire il muro nel migliore dei modi occorre allenarsi adeguatamente.
L’allenamento per muro nella pallavolo si articola in numerosi esercizi: per allenarsi sul roof, per esempio, un esercizio molto comune consiste nello sfiorare i palmi delle mani di un altro giocatore al di sopra della rete, senza toccarla; una variante di questo esercizio prevede di seguire il movimento delle mani dell’altro giocatore in fase di volo oppure di bloccare attacchi simulati.
Un altro esercizio utile è quello di bloccare i palloni lanciati: allungandosi sopra la rete, bisogna spingere la palla verso il basso, mantenendo le dita ben allargate, e ritirare poi le braccia velocemente.
Per quanto riguarda l’allenamento per muro a difesa nella pallavolo, un esercizio molto diffuso consiste nel muro individuale in rapida successione, che si articola in questo modo: l’allenatore lancia la palla sopra la rete in diversi modi, mentre il giocatore esegue il muro e appena a terra scorre velocemente nella seconda posizione, facendo muro. L’importante, in questo esercizio, è saltare verticalmente e non in lungo.
Gli esercizi per il muro di difesa nella pallavolo sono fondamentali per allenarsi in questo tipo di azione, una delle più importanti per fermare sul nascere gli attacchi degli avversari.
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Gli schemi di muro: cosa c’è da sapere
Gli schermi di muro possono essere di diversi tipi:
- collettivi;
- dei laterali;
- del centrale;
- adattamenti ed eccezioni.
Gli schemi collettivi sono legati alle decisioni dell’allenatore riguardo a elementi come il numero di giocatori da posizionare a muro o la sistemazione della difesa, tant’è che nella pallavolo si parla di correlazione muro e difesa perché in base agli spostamenti del muro, la difesa assume posizione in campo per coprire al meglio lo spazio
Gli schemi dei laterali interessano invece le zone da coprire con il muro: nel caso di muro esterno, sarà il giocatore laterale a dirigere l’azione e scegliere in base all’alzata avversaria dove fermarsi per saltare, mentre il centrale avrà il compito di chiudere il muro e compattarlo.
Gli schemi riguardanti i centrali sono anch’essi molto importanti, in quanto riguardano sia il comportamento nei confronti del centrale avversario sia il comportamento verso i laterali. Uno schema tipico dei centrali è per esempio il muro in lettura: il centrale aspetta a saltare, per studiare le intenzioni del palleggiatore avversario; in questo caso, l’obiettivo non è fare punto con il muro ma ridurre la velocità della palla in modo da rigiocarla più facilmente.
Non mancano poi le eccezioni – come, per esempio, la ricezione della palla a una maggiore distanza dalla rete – e gli adattamenti, due concetti estremamente legati l’uno con l’altro: nel momento in cui la squadra percepisce un’eccezione, infatti, subentra l’adattamento, che permette il ripristino del flusso regolare delle tattiche e delle tecniche normalmente adottate dalla squadra.
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